Mia lettera a Vita Nuova sulle ragioni contro il registro per le DAT

In questi giorni a Trieste vi è un acceso dibattito sorto a seguito di un comunicato stampa del Comune di Trieste del 18 febbraio 2014 che informava della decisione della Giunta Comunale, presieduta dal sindaco Roberto Cosolini, di istituire un registro per il deposito e la custodia delle “Dichiarazioni anticipate di trattamento” (DAT). Il dibattito ha coinvolto varie personalità che hannpo espresso il loro pensiero sia sul settimanale della Diocesi di Trieste che sul quotidiano cittadino “Il Piccolo” (ne ho parlato già sul mio blog e con un mio scritto sul settimanale della Diocesi).

Fra i vari scritti pubblicati un “Sottolinalato” (riportato anche in rete) in risposta ad un comunicato stampa di Paolo Rovis, coordinatore triestino del Nuovo Centro Destra (NCD) mi ha molto provocato tanto che ho scritto al Direttore di Vita Nuova, Stefano Fontana, la seguente lettera in qualità di Presidente del Circolo del Nuovo Centro Destra “Vita Famiglia Libertà” di Trieste.

Al termine del mio intervento trovate la lettera pubblicata su Vita Nuova del 7 marzo 2014 con la risposta del Direttore Stefano Fontana e la scheda a cui lui rimanda.

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Caro Direttore,

scrivo questa mia lettera in qualità di presidente del Circolo del Nuovo Centro Destra “Vita Famiglia Libertà” di Trieste.

Ho seguito attentamente le opinioni espresse su Vita Nuova nel dibattito sull’apertura, da parte del Comune di Trieste, del registro per le dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT). Io, che poco più di un anno fa ho deciso di impegnarmi in prima persona “in politica” proprio a sostegno di quei “principi non negoziabili” che oggi sono sotto attacco, mi sono sentito interpellato quando ho letto il “Sottolineato” pubblicato nello scorso numero e sul web. Nel “Sottolineato” si invitavano gli “uomini politici” ad esprimere delle motivazioni “di ordine civile, etico ed antropologico” nell’espressione della contrarietà al registro per le DAT.

Effettivamente quella delibera richiede un giudizio che vada oltre le motivazioni “amministrative”: non ci si può limitare a sostenere che non è competenza dell’Amministrazione comunale legiferare sul tema delicato del “fine vita”.

Volendo arrivare subito al dunque, per l’ovvia limitatezza dello spazio, affermo di essere contrario alle DAT perché costituiscono un passo in più verso l’eutanasia. Eutanasia intesa anche come l’uccisione di chi la società considera un peso costoso o addirittura solamente non più utile o produttivo. Eutanasia anche come aspetto culturale e politico, con scelte, ad esempio, di politica sanitaria conseguenti.

Non credo di essere stato eccessivo in questa mia affermazione che sembra allontanare il discorso da chi chiede le DAT per sé nel timore di subire un accanimento terapeutico e, rivendicando la “proprietà” del proprio corpo, si arroga la conseguente libertà di scelta: basta leggere quanto accade in paesi “civilissimi” come Regno Unito, Belgio, Olanda, Svizzera, Australia… Paesi in cui, ad esempio, basta una richiesta non motivata per richiedere per se il suicidio assistito, ma anche paesi in cui lo Stato chiede ai medici di base l’elenco degli assistiti a cui non fornire più quei farmaci la cui assenza porta alla morte degli stessi nel giro di breve tempo, paesi in cui il limite d’età per l’accesso a terapie chirurgiche viene stabilito dallo Stato e non dalle condizioni cliniche dei pazienti, paesi in cui sono state approvate delle leggi per l’eutanasia infantile giudicando i bambini in grado di decidere in merito, paesi in cui è in discussione l’obiezione di coscienza dei medici…

Come passare da una DAT all’eutanasia quando l’eutanasia è vietata in Italia? Perché non giudicare validi i richiami alla Costituzione, alla Convenzione Europea di Bioetica di Oviedo, alla pratica e alla deontologia medica espressi nella delibera proposta dalla Giunta comunale per prevenire queste derive? Facile rispondere che tutti i testi citati, Costituzione compresa, o sono modificabili, e stanno già subendo dei tentativi di modifica in senso pro-eutanasico come il Codice di Deontologia Medica, o possono non essere applicati o applicati solo in parte, come già accade con la dichiarazione di Oviedo.

Chi giudica per se che la propria esistenza, a certe condizioni, potrebbe non essere più degna di essere vissuta, relativizza il valore della vita e rende possibile queste derive. Se il valore della vita è relativo perché non eliminare altre vite parimenti “senza valore”?

Ricordo quanto avvenuto sul piano culturale con la legge sull’aborto del 1978, la cui approvazione è stata preceduta da un percorso culturale che ha visto prima la legalizzazione (1971) e la commercializzazione (1976) della pillola anticoncezionale e l’approvazione della legge sui consultori (405/75): è passata l’idea che la maternità sia una malattia che può essere prevenuta. Perché allora non “curarla” con l’aborto? Anche con l’eutanasia il percorso che ci aspetta sarà quello del “buco nella diga”: prima la piccola crepa costituita dalle DAT per cui sarà previsto un uso sempre più estensivo, poi la legalizzazione dell’eutanasia per se stessi a determinate condizioni, poi saranno altri a decidere anche della mia vita. Risentiamoci fra 15 – 20 anni…

Credo che chi va a votare dovrebbe conoscere chiaramente anche l’opinione sui temi etici di chi eleggerà, anche alle “amministative”. Forse in tanti non avrebbero votato per quella maggioranza che ora propone il registro per le DAT, un argomento che non è nemmeno nel programma di coalizione del sindaco Cosolini. Lo stesso sindaco che, dopo le elezioni, ha voluto firmare, in buona compagnia, la proposta di legge radicale per la legalizzazione dell’eutanasia. Liberissimo di farlo, ma sarebbe stato più corretto se avesse informato prima gli elettori.

Ora stanno arrivando le elezioni per eleggere quel Parlamento europeo che tanto condiziona le leggi dei singoli stati anche sui temi etici. Forse dovremmo pensare bene per quali partiti votiamo ed scegliere il singolo candidato usando la preferenza, perché ogni partito presenta dei candidati con principi etici contrapposti. Già, la preferenza…, ma questo è un altro argomento…

 Marco Gabrielli

2014-03-07 Vita Nuova pagina 7 (ritaglio)2014-03-07 Vita Nuova pagina 7 (Briciole di eutanasia)