Dal 9 dicembre 2013, giorno in cui è uscito il comunicato stampa relativo alla nascita del primo circolo triestino del Nuovo Centro Destra, ho ricevuto numerosi complimenti ed incoraggiamenti, molte persone mi hanno posto alcune domande, alcuni mi hanno espresso le loro perplessità ed obiezioni.
Per brevità e sperando di risultare più chiaro espongo ora le ragioni di questa mia scelta di campo e di questo mio impegno. Lo faccio sotto forma di auto-intervista, riprendendo le domande che mi sono state fatte in questi giorni.
*-*-*
Partiamo da lontano. Da dove nasce il tuo impegno “in politica”?
Per chi non mi conosce racconto che, circa un anno fa, ho deciso di impegnarmi personalmente in politica candidandomi alle Regionali del Friuli Venezia Giulia con il “Popolo della Libertà” per Renzo Tondo Presidente. Era da un po’ che ci stavo pensando. Facile riconoscere, nell’Italia di oggi, tante cose che non vanno. C’è, ed è vincente, una politica che va contro i miei principi e valori di cattolico. Basta guardarsi un po’ in giro. Avevo come una domanda che nasceva dalle circostanze che vivo e che viviamo. Mi sono detto: “voglio provarci!”, voglio vedere se c’è spazio per portare la mia esperienza di marito e padre di 5 figli, di medico, di persona che scrive, esprimendo dei giudizi su quello che avviene nella nostra società, su un settimanale cattolico; voglio vedere se posso far fruttare l’esperienza ultra decennale di responsabile di un Centro Culturale quali il “Mons. Lorenzo Bellomi” di Trieste; voglio vedere se sono in grado di portare all’interno del Consiglio Regionale lo sguardo attento ai bisogni che ho imparato impegnandomi per anni nel volontariato.
Perché la candidatura con il PdL?
La “formula” che recitavo allora diceva: “Perché è il partito che meglio rappresenta il mio modo di vedere le cose ed è uno dei pochi che non ha un programma in aperto contrasto contro i “principi non negoziabili””. Questo in estrema sintesi ed indipendentemente da tutto, “Presidente” compreso…
Come sono andate le elezioni?
Non sono stato eletto, pur raccogliendo, da “esordiente”, oltre 700 preferenze. Un numero che qualcuno ha giudicato “interessante”.
Cosa ti è rimasto da quell’esperienza?
Quell’esperienza ha segnato la mia vita: ho fatto molti incontri con persone interessanti, ho avuto modo di toccare con mano moltissime situazioni, spesso di grave difficoltà, che non mi hanno lasciato indifferente, molte le possibili soluzioni intraviste ma che richiedevano risposte “politiche”. Risposte che, non essendo stato eletto, non sono in grado di dare.
Esperienza conclusa?
No. E’ da allora che mi chiedo come poter continuare. Sono stato ad osservare quello che accadeva. Non ho trovato in seno al PdL alcun interesse nei miei confronti, nella mia esperienza. Non ci sono stati momenti di incontro e di giudizio sul risultato elettorale al quale sia stato invitato (ammesso che ci siano stati); nessun lavoro per capire le ragioni di una sconfitta, nessun rilancio dell’attività politica. Anche a livello nazionale, il PdL mi ha molto deluso, ma non è di questo che voglio parlare…
Il PdL è, comunque, arrivato al “capolinea” per decisione del suo stesso Presidente…
Quando il “treno” del PdL è arrivato in “stazione” in molti hanno cercato altri mezzi su cui proseguire il proprio impegno. Chi ha ritenuto naturale proseguire con la nuova “Forza Italia”, chi ha ritrovato i vecchi amici di AN in “Fratelli d’Italia”, chi si è fermato per vedere cosa accade, chi lasciando la politica e chi ha trovato giusto fondare un nuovo partito: il “Nuovo Centro Destra”.
Tu cosa hai fatto?
Ho trovato nel programma e nei valori del NCD un qualcosa di valido e rispondente alle mie idee. Inoltre mi trovo molto in accordo con le linee politiche di molti degli esponenti di questa nuova formazione. Rappresentano quella che considero la parte migliore del “vecchio PdL”. C’è maggior partecipazione, maggior attenzione per la “periferia”.
Perché hai fondato un circolo del Nuovo Centro Destra a Trieste?
Uno degli slogan del Nuovo Centro Destra è: “Senza base non c’è altezza”. Credo sia importante partire dalla “base”, ascoltare questa “base” e portare questa voce in alto. Per questo è importante che ci sia un ambito in cui trovarsi, esaminare i problemi, cercare delle soluzioni, discutere per poter poi portare avanti delle idee anche a livelli più alti. Credo proprio che questo ambito sia il “circolo” . Per questo ne ho fondato uno.
Come hai chiamato il “Circolo”?
“Vita, famiglia, libertà”, dove libertà è intesa in senso lato, ma anche “di educazione”, di espressione”, “di impresa”,… Erano i punti principali su cui promettevo il mio “impegno” alle elezioni dello scorso anno, assieme a “salute” e “lavoro”.
Sono anche i “principi non negoziabili”…
Chi è attento alla “Dottrina Sociale della Chiesa” vi riconosce i “principi non negoziabili”… Non lo tengo di sicuro nascosto.
Hai incontrato dei problemi a dare un simile nome al “Circolo”?
Assolutamente no, anzi… Un circolo con una chiara identità in un partito in cui convivono anime diverse.
Torniamo alla politica. Hai seguito la politica regionale?
Dall’esterno, ovviamente…
Cosa ti sembra il governo Serracchiani?
Con tutte le “attenuanti” dovute alla crisi, all’ancora breve periodo di governo,… ho un giudizio sostanzialmente negativo. In particolare per quanto riguarda i temi a me cari. Non mi sembra vengano date risposte concrete ai problemi della Regione. Vedo con preoccupazione i tagli ai contributi per i nuovi nati, per le famiglie, alla scuola libera, alla cultura, all’associazionismo. Vedo una politica miope in tanti settori. Mi sembra vengano privilegiati i cosiddetti “nuovi diritti” a scapito dei diritti della maggioranza dei cittadini. Osservo con preoccupazione la riforma sanitaria, che non è capace di attuare quei tagli essenziali non solo per un risparmio, ma anche per la sicurezza dei cittadini. Non vedo interesse nell’Autonomia, anche fiscale, della nostra Regione, che potrebbe dare un grosso contributo al rilancio dell’economia, mai così depressa. E’ certamente facile giudicare dall’esterno…
In molti si chiedono se non sia possibile fondare un partito completamente nuovo, con volti nuovi. Magari un partito “cattolico”. Cosa ne pensi?
E’ il sogno di molti, ma è irrealizzabile. Storicamente sono poche le eccezioni come Lega, M5S e, da noi, trenta anni fa, la Lista per Trieste. Difficile partire da zero, senza una struttura, senza soldi, senza esperienza,… Le leggi elettorali, inoltre, tendono ad impedire la nascita di nuove formazioni. Inoltre, purtroppo, l’elettorato difficilmente sceglie le novità assolute: non si fida. Anche per questi motivi ho deciso di impegnarmi nel Nuovo Centro Destra: una novità “relativa” che gode dell’esperienza di molte persone, la maggior parte delle quali giovani, già ben radicate sul territorio.
*-*-*
Lascio qui lo spazio per ulteriori domande, commenti, approfondimenti. Basta compilare il modulo e rispondere alla semplice domanda. (Per evitare spam devo autorizzare personalmente la pubblicazione, per cui bisogna attendete qualche ora…).
*-*-*
Perché ho fondato un Circolo del “Nuovo Centro Destra”?
Dal 9 dicembre 2013, giorno in cui è uscito il comunicato stampa relativo alla nascita del primo circolo triestino del Nuovo Centro Destra, ho ricevuto numerosi complimenti ed incoraggiamenti, molte persone mi hanno posto alcune domande, alcuni mi hanno espresso le loro perplessità ed obiezioni.
Per brevità e sperando di risultare più chiaro espongo ora le ragioni di questa mia scelta di campo e di questo mio impegno. Lo faccio sotto forma di auto-intervista, riprendendo le domande che mi sono state fatte in questi giorni.
*-*-*
Partiamo da lontano. Da dove nasce il tuo impegno “in politica”?
Per chi non mi conosce racconto che, circa un anno fa, ho deciso di impegnarmi personalmente in politica candidandomi alle Regionali del Friuli Venezia Giulia con il “Popolo della Libertà” per Renzo Tondo Presidente. Era da un po’ che ci stavo pensando. Facile riconoscere, nell’Italia di oggi, tante cose che non vanno. C’è, ed è vincente, una politica che va contro i miei principi e valori di cattolico. Basta guardarsi un po’ in giro. Avevo come una domanda che nasceva dalle circostanze che vivo e che viviamo. Mi sono detto: “voglio provarci!”, voglio vedere se c’è spazio per portare la mia esperienza di marito e padre di 5 figli, di medico, di persona che scrive, esprimendo dei giudizi su quello che avviene nella nostra società, su un settimanale cattolico; voglio vedere se posso far fruttare l’esperienza ultra decennale di responsabile di un Centro Culturale quali il “Mons. Lorenzo Bellomi” di Trieste; voglio vedere se sono in grado di portare all’interno del Consiglio Regionale lo sguardo attento ai bisogni che ho imparato impegnandomi per anni nel volontariato.
Perché la candidatura con il PdL?
La “formula” che recitavo allora diceva: “Perché è il partito che meglio rappresenta il mio modo di vedere le cose ed è uno dei pochi che non ha un programma in aperto contrasto contro i “principi non negoziabili””. Questo in estrema sintesi ed indipendentemente da tutto, “Presidente” compreso…
Come sono andate le elezioni?
Non sono stato eletto, pur raccogliendo, da “esordiente”, oltre 700 preferenze. Un numero che qualcuno ha giudicato “interessante”.
Cosa ti è rimasto da quell’esperienza?
Quell’esperienza ha segnato la mia vita: ho fatto molti incontri con persone interessanti, ho avuto modo di toccare con mano moltissime situazioni, spesso di grave difficoltà, che non mi hanno lasciato indifferente, molte le possibili soluzioni intraviste ma che richiedevano risposte “politiche”. Risposte che, non essendo stato eletto, non sono in grado di dare.
Esperienza conclusa?
No. E’ da allora che mi chiedo come poter continuare. Sono stato ad osservare quello che accadeva. Non ho trovato in seno al PdL alcun interesse nei miei confronti, nella mia esperienza. Non ci sono stati momenti di incontro e di giudizio sul risultato elettorale al quale sia stato invitato (ammesso che ci siano stati); nessun lavoro per capire le ragioni di una sconfitta, nessun rilancio dell’attività politica. Anche a livello nazionale, il PdL mi ha molto deluso, ma non è di questo che voglio parlare…
Il PdL è, comunque, arrivato al “capolinea” per decisione del suo stesso Presidente…
Quando il “treno” del PdL è arrivato in “stazione” in molti hanno cercato altri mezzi su cui proseguire il proprio impegno. Chi ha ritenuto naturale proseguire con la nuova “Forza Italia”, chi ha ritrovato i vecchi amici di AN in “Fratelli d’Italia”, chi si è fermato per vedere cosa accade, chi lasciando la politica e chi ha trovato giusto fondare un nuovo partito: il “Nuovo Centro Destra”.
Tu cosa hai fatto?
Ho trovato nel programma e nei valori del NCD un qualcosa di valido e rispondente alle mie idee. Inoltre mi trovo molto in accordo con le linee politiche di molti degli esponenti di questa nuova formazione. Rappresentano quella che considero la parte migliore del “vecchio PdL”. C’è maggior partecipazione, maggior attenzione per la “periferia”.
Perché hai fondato un circolo del Nuovo Centro Destra a Trieste?
Uno degli slogan del Nuovo Centro Destra è: “Senza base non c’è altezza”. Credo sia importante partire dalla “base”, ascoltare questa “base” e portare questa voce in alto. Per questo è importante che ci sia un ambito in cui trovarsi, esaminare i problemi, cercare delle soluzioni, discutere per poter poi portare avanti delle idee anche a livelli più alti. Credo proprio che questo ambito sia il “circolo” . Per questo ne ho fondato uno.
Come hai chiamato il “Circolo”?
“Vita, famiglia, libertà”, dove libertà è intesa in senso lato, ma anche “di educazione”, di espressione”, “di impresa”,… Erano i punti principali su cui promettevo il mio “impegno” alle elezioni dello scorso anno, assieme a “salute” e “lavoro”.
Sono anche i “principi non negoziabili”…
Chi è attento alla “Dottrina Sociale della Chiesa” vi riconosce i “principi non negoziabili”… Non lo tengo di sicuro nascosto.
Hai incontrato dei problemi a dare un simile nome al “Circolo”?
Assolutamente no, anzi… Un circolo con una chiara identità in un partito in cui convivono anime diverse.
Torniamo alla politica. Hai seguito la politica regionale?
Dall’esterno, ovviamente…
Cosa ti sembra il governo Serracchiani?
Con tutte le “attenuanti” dovute alla crisi, all’ancora breve periodo di governo,… ho un giudizio sostanzialmente negativo. In particolare per quanto riguarda i temi a me cari. Non mi sembra vengano date risposte concrete ai problemi della Regione. Vedo con preoccupazione i tagli ai contributi per i nuovi nati, per le famiglie, alla scuola libera, alla cultura, all’associazionismo. Vedo una politica miope in tanti settori. Mi sembra vengano privilegiati i cosiddetti “nuovi diritti” a scapito dei diritti della maggioranza dei cittadini. Osservo con preoccupazione la riforma sanitaria, che non è capace di attuare quei tagli essenziali non solo per un risparmio, ma anche per la sicurezza dei cittadini. Non vedo interesse nell’Autonomia, anche fiscale, della nostra Regione, che potrebbe dare un grosso contributo al rilancio dell’economia, mai così depressa. E’ certamente facile giudicare dall’esterno…
In molti si chiedono se non sia possibile fondare un partito completamente nuovo, con volti nuovi. Magari un partito “cattolico”. Cosa ne pensi?
E’ il sogno di molti, ma è irrealizzabile. Storicamente sono poche le eccezioni come Lega, M5S e, da noi, trenta anni fa, la Lista per Trieste. Difficile partire da zero, senza una struttura, senza soldi, senza esperienza,… Le leggi elettorali, inoltre, tendono ad impedire la nascita di nuove formazioni. Inoltre, purtroppo, l’elettorato difficilmente sceglie le novità assolute: non si fida. Anche per questi motivi ho deciso di impegnarmi nel Nuovo Centro Destra: una novità “relativa” che gode dell’esperienza di molte persone, la maggior parte delle quali giovani, già ben radicate sul territorio.
*-*-*
Lascio qui lo spazio per ulteriori domande, commenti, approfondimenti. Basta compilare il modulo e rispondere alla semplice domanda. (Per evitare spam devo autorizzare personalmente la pubblicazione, per cui bisogna attendete qualche ora…).
*-*-*