Mi permetto di scrivere due parole su un argomento marginale, ma emblematico del clima che si è creato in seno al Consiglio comunale di Trieste: l’elezione del suo Vicepresidente.
Ricapitolando i termini della questione: lo Statuto del Comune di Trieste prevede che il Vicepresidente faccia parte dello schieramento (maggioranza od opposizione) diverso rispetto a quello del Presidente (attualmente di maggioranza); il Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale prevede che il Vicepresidente raccolga la maggioranza assoluta dei voti. Ad oggi la candidata proposta dalle opposizioni non è gradita alla maggioranza che pertanto non la vota. Ecco spiegato lo stallo: le sole opposizioni non hanno i numeri per eleggerla. Nonostante numerosi tentativi la Vicepresidenza del Consiglio è ancora vacante…
Alcune brevi considerazioni.
La persona candidata dalle opposizioni per ricoprire il ruolo di Vicepresidente, la consigliera Laura Famulari, è una persona sicuramente competente, che per professione ed esperienza conosce bene i meccanismi della politica avendo già ricoperto il ruolo di Consigliere e di Assessore, ed è anche un nome di peso politico, essendo stata Segretario provinciale del Partito Democratico. Forse proprio per questo suo curriculum è un nome che non va a genio alla maggioranza. Una persona così in un ruolo di grande visibilità e con accesso alla cabina di regia potrebbe far emergere e denunciare alcune criticità nello svolgimento dei lavori, dando fastidio all’operato di Sindaco e Giunta.
Personalmente, invece, ritengo che una Vicepresidenza forte possa risultare utile al Consiglio comunale di Trieste.
Attualmente il Consiglio comunale di Trieste funge da passaggio obbligato per l’approvazione delle decisioni prese dalla Giunta senza, però, che ci sia un’ulteriore discussione. Il Consiglio, infatti, ha perso quasi completamente la sua funzione di indirizzo e controllo: significativo il fatto che spesso le delibere arrivano in Aula “blindate”, con la maggioranza che non presenta emendamenti e tutti gli emendamenti delle opposizioni sistematicamente bocciati.
Due esempi recenti.
Il primo: la discussione sulla “cabinovia” (un progetto da circa 48 milioni di euro) non trova spazio di discussione nell’Aula consiliare, che dovrebbe essere il luogo in cui si approfondisce e si decide se realizzare questa opera che appare tanto innovativa quanto gravata da problematiche sulla sua costruzione e sostenibilità; è stato però organizzato in città un ciclo incontri di tre giorni per la presentazione del progetto…
Il secondo: i fondi del PNRR (potenzialmente per decine di milioni di euro), sulla cui partecipazione ai bandi da parte del Comune di Trieste non si è mai discusso e nemmeno riferito in Consiglio comunale.
Vi è poi un modo di lavorare del Consiglio comunale che è discutibile: le circa 180 mozioni, le decine di interrogazioni e domande di attualità che sono “scomparse” senza venir discusse in Aula al termine della scorsa consiliatura ne sono un’evidente testimonianza. Per non parlare poi delle richieste di audizione non esaudite, fra cui quella da me presentata assieme ai consiglieri Cavazzini e Dal Toé, che invitava l’Assessore regionale alla Sanità e il Vicepresidente della Regione FVG Riccardo Riccardi a riferire sul “DDL regionale di riorganizzazione socio-sanitaria”: è dall’ottobre 2019 che, pur sollecitando, attendo…
Tutto un lavoro non portato a termine, ma comunque atteso e pagato dai cittadini.
E poi, di migliorabile, ci sono le tempistiche con cui vengono presentate le delibere e i documenti connessi, che spesso non danno ai consiglieri la possibilità di uno studio appropriato dei testi da votare.
La riconferma del Presidente uscente è purtroppo un chiaro indizio della volontà dell’attuale maggioranza di non voler cambiare il sistema.
Capisco che l’idea di avere Laura Famulari come Vicepresidente del Consiglio possa creare apprensione. Personalmente mi ritengo anni luce distante dalle idee e dalle politiche portate avanti dalla Consigliera Famulari, ma questo non significa che lei non possa giocare bene nel ruolo istituzionale super partes a beneficio del Consiglio e della comunità cittadina.
Come proseguirà? Immagino quattro scenari diversi di cui non parlerò.
Da parte mia, non essendo stato rieletto, mi rendo disponibile per una mediazione al fine di superare questo scoglio che crea un evidente ostacolo alla navigazione, anche in vista dei problemi ben più importanti per Trieste.
Sull’elezione del Vicepresidente del Consiglio comunale di Trieste
Mi permetto di scrivere due parole su un argomento marginale, ma emblematico del clima che si è creato in seno al Consiglio comunale di Trieste: l’elezione del suo Vicepresidente.
Ricapitolando i termini della questione: lo Statuto del Comune di Trieste prevede che il Vicepresidente faccia parte dello schieramento (maggioranza od opposizione) diverso rispetto a quello del Presidente (attualmente di maggioranza); il Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale prevede che il Vicepresidente raccolga la maggioranza assoluta dei voti. Ad oggi la candidata proposta dalle opposizioni non è gradita alla maggioranza che pertanto non la vota. Ecco spiegato lo stallo: le sole opposizioni non hanno i numeri per eleggerla. Nonostante numerosi tentativi la Vicepresidenza del Consiglio è ancora vacante…
Alcune brevi considerazioni.
La persona candidata dalle opposizioni per ricoprire il ruolo di Vicepresidente, la consigliera Laura Famulari, è una persona sicuramente competente, che per professione ed esperienza conosce bene i meccanismi della politica avendo già ricoperto il ruolo di Consigliere e di Assessore, ed è anche un nome di peso politico, essendo stata Segretario provinciale del Partito Democratico. Forse proprio per questo suo curriculum è un nome che non va a genio alla maggioranza. Una persona così in un ruolo di grande visibilità e con accesso alla cabina di regia potrebbe far emergere e denunciare alcune criticità nello svolgimento dei lavori, dando fastidio all’operato di Sindaco e Giunta.
Personalmente, invece, ritengo che una Vicepresidenza forte possa risultare utile al Consiglio comunale di Trieste.
Attualmente il Consiglio comunale di Trieste funge da passaggio obbligato per l’approvazione delle decisioni prese dalla Giunta senza, però, che ci sia un’ulteriore discussione. Il Consiglio, infatti, ha perso quasi completamente la sua funzione di indirizzo e controllo: significativo il fatto che spesso le delibere arrivano in Aula “blindate”, con la maggioranza che non presenta emendamenti e tutti gli emendamenti delle opposizioni sistematicamente bocciati.
Due esempi recenti.
Il primo: la discussione sulla “cabinovia” (un progetto da circa 48 milioni di euro) non trova spazio di discussione nell’Aula consiliare, che dovrebbe essere il luogo in cui si approfondisce e si decide se realizzare questa opera che appare tanto innovativa quanto gravata da problematiche sulla sua costruzione e sostenibilità; è stato però organizzato in città un ciclo incontri di tre giorni per la presentazione del progetto…
Il secondo: i fondi del PNRR (potenzialmente per decine di milioni di euro), sulla cui partecipazione ai bandi da parte del Comune di Trieste non si è mai discusso e nemmeno riferito in Consiglio comunale.
Vi è poi un modo di lavorare del Consiglio comunale che è discutibile: le circa 180 mozioni, le decine di interrogazioni e domande di attualità che sono “scomparse” senza venir discusse in Aula al termine della scorsa consiliatura ne sono un’evidente testimonianza. Per non parlare poi delle richieste di audizione non esaudite, fra cui quella da me presentata assieme ai consiglieri Cavazzini e Dal Toé, che invitava l’Assessore regionale alla Sanità e il Vicepresidente della Regione FVG Riccardo Riccardi a riferire sul “DDL regionale di riorganizzazione socio-sanitaria”: è dall’ottobre 2019 che, pur sollecitando, attendo…
Tutto un lavoro non portato a termine, ma comunque atteso e pagato dai cittadini.
E poi, di migliorabile, ci sono le tempistiche con cui vengono presentate le delibere e i documenti connessi, che spesso non danno ai consiglieri la possibilità di uno studio appropriato dei testi da votare.
La riconferma del Presidente uscente è purtroppo un chiaro indizio della volontà dell’attuale maggioranza di non voler cambiare il sistema.
Capisco che l’idea di avere Laura Famulari come Vicepresidente del Consiglio possa creare apprensione. Personalmente mi ritengo anni luce distante dalle idee e dalle politiche portate avanti dalla Consigliera Famulari, ma questo non significa che lei non possa giocare bene nel ruolo istituzionale super partes a beneficio del Consiglio e della comunità cittadina.
Come proseguirà? Immagino quattro scenari diversi di cui non parlerò.
Da parte mia, non essendo stato rieletto, mi rendo disponibile per una mediazione al fine di superare questo scoglio che crea un evidente ostacolo alla navigazione, anche in vista dei problemi ben più importanti per Trieste.