Dove mi trovo, momento per momento (dove crede di essere il mio cellulare). Ovviamente possono esservi molti artefatti, specie quando mi trovo in zone chiuse come a casa, all'ospedale, (in quelle circostanze si nota una linea tratteggiata e non una linea continua, inoltre la traccia non segue le strade).
La mia agenda, turni di lavoro compresi (M: mattina, P: pomeriggio, N: notte, R: reperibilità, F: ferie).
Qui l'agenda maggiormente leggibile.
I miei ultimi “tweets” (spesso una rassegna stampa)
- Negli Stati Uniti muoiono sempre più donne in gravidanza di Rodolfo Casadei da Tempi https://t.co/a9OEmt1SbT, Mar 20
- Interessanti, come sempre, gli incontri della Cattedra di San Giusto per la Quaresima 2023. A me sta particolarment… https://t.co/e4T5TLipfT, Feb 23
- Una ulteriore criticità per Trieste. Sul "Il Piccolo", sulla sua storia, sul suo orientamento, sul suo "potere" se… https://t.co/jG3WUUN9XG, Feb 18
- Benedetto XVI. Innanzitutto rileggiamolo Qualche consiglio per affrontare l’opera di un teologo che ha cercato per… https://t.co/6IM4mvQdDi, Feb 12
- Benedetto XVI ci ha insegnato che la verità non è una definizione, ma Cristo compagnia di Dio di Giancarlo Cesana… https://t.co/L6DZuCGs5v, Feb 11
Le terapie intensive salvano la vita riducendo la mortalità.
La mattina di sabato 15 novembre ho pubblicato sul mio profilo Facebook il seguente “post”. Con mia grande sorpresa è stato condiviso numerose volte ed è stato anche ripreso da fonti di stampa locali. Ne ripropongo qui il testo. La prossima volta cercherò di impegnarmi di più scrivendo meglio…
Forse una cosa non è chiara: se i pazienti non venissero ricoverati nelle terapie intensive, morirebbero praticamente tutti.
A tutte le età.
Analogamente per i pazienti ricoverati nelle terapie sub intensive: se non fossero curati con ossigeno concentrato, ventilazione meccanica anche non invasiva e farmaci idonei, morirebbero in elevata percentuale.
Lo stesso ossigeno concentrato, erogato nei reparti di degenza, è un farmaco salvavita: che salva la vita.
Non ci fosse, ci sarebbero più morti.
Proviamo a considerare “morti mancati” i pazienti ricoverati nelle terapie intensive.
Cento anni fa, ai tempi della “spagnola”, la gente moriva perché non c’erano queste terapie.
Pensiamoci quando diciamo che, in fondo, la mortalità è bassa: la mortalità è bassa perché i pazienti vengono curati efficacemente. E comunque qualcuno muore lo stesso.
Mi fermo qui, lasciando a voi le considerazioni, ad iniziare dal fatto che un domani, malauguratamente, tutti noi potremmo trovarci con la necessità di trovare spazio nelle terapie intensive...
Il post originale dalla mia pagina Facebook.