“Pien de svodo” (Pieno di vuoto)

Abito da Basovizza, comune di Trieste, ad una cinquantina di metri dalla statale 14, strada che porta al confine di Pese e che conduce in Slovenia e nei paesi dell’ex Jugoslavia.

Quando ancora esistevano i confini, il cosiddetto “esodo estivo” creava delle lunghe code di veicoli che procedevano davanti a casa mia a passo d’uomo e, a quella velocità, percorrevano i successivi 4 chilometri.

Ai tempi del “controesodo” gli incolonnamenti erano lunghi almeno un paio di chilometri, in senso contrario, almeno fino al “bivio ad H”, famoso nelle trasmissioni di viabilità del traffico poco meno del casello di Melegnano.

La maggior parte di coloro sono andati in vacanza in Istria e Dalmazia sono passati davanti a casa mia.

In media ogni giorno incrociavo anche un pullman diretto a Medjugorje. Sono riconoscibilissimi: la Madonna incollata sul parabrezza e il “capopullman” che spesso tiene un rosario in mano.

Centinaia, migliaia di autovetture passavano quotidianamente qui davanti per andare a “fare il pieno” in Slovenia: un risparmio garantito di 30 – 40 centesimi al litro…

Le domeniche e i giorni di festa il traffico, mai rumoroso o fastidioso, era intenso per le gite “fuori porta” dei triestini e dei turisti in transito.

Oggi, soleggiata domenica di primavera, si avverte un fastidioso silenzio, rotto solo dal cinguettio di qualche uccellino o dal verso di qualche animale.

Un silenzio atipico. Atipico come il periodo che ci è dato da vivere.

.

(Il titolo mi è stato suggerito da un commento ad una analoga versione di queste riflessioni che ho pubblicato sul mio profilo Facebook)