Dove mi trovo, momento per momento (dove crede di essere il mio cellulare). Ovviamente possono esservi molti artefatti, specie quando mi trovo in zone chiuse come a casa, all'ospedale, (in quelle circostanze si nota una linea tratteggiata e non una linea continua, inoltre la traccia non segue le strade).
La mia agenda, turni di lavoro compresi (M: mattina, P: pomeriggio, N: notte, R: reperibilità, F: ferie).
Qui l'agenda maggiormente leggibile.
I miei ultimi “tweets” (spesso una rassegna stampa)
- Negli Stati Uniti muoiono sempre più donne in gravidanza di Rodolfo Casadei da Tempi https://t.co/a9OEmt1SbT, 11 ore fa
- Interessanti, come sempre, gli incontri della Cattedra di San Giusto per la Quaresima 2023. A me sta particolarment… https://t.co/e4T5TLipfT, Feb 23
- Una ulteriore criticità per Trieste. Sul "Il Piccolo", sulla sua storia, sul suo orientamento, sul suo "potere" se… https://t.co/jG3WUUN9XG, Feb 18
- Benedetto XVI. Innanzitutto rileggiamolo Qualche consiglio per affrontare l’opera di un teologo che ha cercato per… https://t.co/6IM4mvQdDi, Feb 12
- Benedetto XVI ci ha insegnato che la verità non è una definizione, ma Cristo compagnia di Dio di Giancarlo Cesana… https://t.co/L6DZuCGs5v, Feb 11
Sulla “Consulta per la Famiglia” proposta nel Comune di Trieste
Era il giugno di quest’anno quando, prendendo in mano la documentazione del Comune di Trieste ho fatto una scoperta interessate. Si trattava dell’articolo 29 bis dello Statuto del Comune di Trieste dal titolo “Consulta per la Famiglia”. Già allora scrivevo sul mio blog: “Ecco un buon punto, concreto e già presente, da cui far partire nella mia attività.“
Di questo argomento ho parlato con tante persone in Consiglio. Qualcuno mi ha “rubato il suggerimento”, è andato avanti e ha realizzato qualcosa. Questo l’articolo apparso il 28 ottobre su Il Piccolo a riguardo:
Come si legge nell’articolo, nella mia veste di Consigliere comunale, ho espresso qualche perplessità sulla delibera che istituisce il Regolamento per la Consulta per la Famiglia.
Come riportato, visto la necessità per chi si candidi alla Consulta di far parte di un’associazione iscritta ad un albo comunale per la quale iscrizione servono delle caratteristiche non semplici da ottenere, ho affermato che mi sembra che più che di una “Consulta per la Famiglia” quella proposta sia una “Consulta di Associazioni sulla Famiglia”.
La cosa che mi preoccupa di più, e che non è stata riportata nell’articolo del quotidiano triestino, è la mancata definizione di “famiglia” in un momento storico in cui sembra che tutto sia famiglia. Non c’è, ad esempio, un richiamo all’articolo 29 della Costituzione italiana che la riconosce come “società naturale fondata sul matrimonio”.
Ci si potrà chiedere “Perché non rappresentare nella Consulta per la Famiglia anche le coppie di fatto o le unioni civili omosessuali?”. La risposta è semplice: non sono famiglie, secondo Costituzione, non essendo fondate sul matrimonio. È la Costituzione che privilegia le famiglie (utile una rilettura dell’articolo 31…), su questo non ci piove. Chi non fosse d’accordo si impegni in una modifica della Carta costituzionale.
Con un simile regolamento si rischierebbe di avere una Consulta di tutto, tranne che della famiglia. Da qui le mie perplessità espresse in Commissione che confermerò anche in Aula dove sto valutando come agire.
Per completezza allego in questa sede il testo della delibera che verrà discussa e i relativi allegati, disponibile ad accogliere eventuali suggerimenti in merito.
Delibera consulta sulla famiglia
Allegato A (Bando associazioni)
Allegato B (Regolamento della Consulta per la Famiglia)
Ad integrazione, per un utile dibattito, riporto un articolo particolarmente critico di Stefano Fontana apparso il 27 ottobre su “La Bussola Quotidiana”.