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In molti mi chiedono come proseguirà il mio impegno una volta terminate le elezioni amministrative che mi vedono candidato al Consiglio Comunale di Trieste nella Lista Civica Dipiazza.

3 sono le possibili alternative:

  1. Il 6 giugno non vengo eletto e non sono tra “coloro che sono sospesi”, che cioé risulterebbero eletti solo con il premio di maggioranza nel caso di una vittoria di Roberto Dipiazza a sindaco il 19 giugno.
  2. Il 20 giugno risulto eletto fra i consiglieri dell’opposizione con un sindaco di Trieste diverso da Roberto Dipiazza.
  3. Il 20 giugno risulto eletto fra i consiglieri di maggioranza con Roberto Dipiazza sindaco di Trieste.

Come mi comporterei nelle 3 ipotesi?

Devo premettere che non ho mai chiesto nulla a nessuno e che nessuno mi ha mai promesso nulla. Io corro per me stesso, per la lista che mi ospita e per il sindaco Roberto Dipiazza. Corro serenamente e do quanto mi è possibile.

Tornando a noi: nel primo caso tornerò a fare il cardiochirurgo a tempo pieno, con un occhio alla vita sociale e politica triestina, regionale e nazionale, ma con la limitatezza determinata dal fatto di non aver alcun incarico politico. Continuerò a scrivere e denunciare quello che non mi va della politica. Dall’esterno, come attento osservatore.

Nel secondo caso mi attenderebbe un impegno duro: stare all’opposizione vuol dire vedere le cose che non vanno e non potere fare praticamente nulla per cambiare. Un ruolo impegnativo e poco motivante, ma da affrontare con la massima determinazione cercando spazi di denuncia e possibilità di lavoro assieme a chi ha in mano il governo della città: al caso sono pronto anche a questo.

Il terzo caso è quello più auspicabile. Dovrei fare in modo di organizzarmi, di continuare il mio lavoro in cardiochirurgia, conciliano tempi, ritmi ed impegni con quelli di consigliere comunale. Ma starei dalla parte di chi governa, con tutte le possibilità del caso, pronto a raccogliere suggerimenti e critiche dai miei elettori e dai cittadini, aperto al dialogo con chiunque abbia a cuore il bene comune.

In ogni caso riconosco nel mio nome, scritto dall’anonimo elettore sulla scheda arancione, la  mia firma, la mia sottoscrizione di un impegno che prendo con chi, quel nome, ha la determinazione e fa la fatica di scrivere. Non posso venir meno a questo “contratto”. Per i prossimi 5 anni non potrò cambiare bandiera, non potrò abbandonare la lotta, non potrò lasciare l’impegno o cambiar idea. Sarei un traditore. Verrebbe meno la mia parola data, quella mia “firma” non avrebbe più il valore che ora riconosco.

A cosa prometto fedeltà? Al programma del candidato sindaco Dipiazza e ai miei principi, anzi, nell’ordine: ai miei principi e al programma del candidato sindaco.