Come riesco a conciliare?

Nel luglio di quest’anno, quando si è sparsa la voce che avrei potuto essere eletto Presidente del Consiglio comunale di Trieste, un giornalista del “Il Piccolo” mi ha chiesto come avrei potuto conciliare questo incarico con la professione di cardiochirurgo. A qualche mese di distanza posso rispondergli.

Non posso negare che la mia vita non sia cambiata: non faccio più le oltre 400 ore annue di straordinario, ma lavoro in molti più turni notturni e pomeridiani per essere libero le mattine, vado “fuori orario” in ospedale per studiarmi le patologie dei pazienti che incontrerò il giorno succesivo in sala operatoria e sono presente in Piazza Unità al di fuori dagli orari di ufficio per svolgere quelle attività che usualmente vengono svolte durante le mattinate.

Potendolo fare, ho concentrato le due commissioni alle quali partecipo (Conferenza dei Capigruppo e Prima Commissione consiliare permanente), nel corso di una singola mattina. Così facendo mi libero una mattina da dedicare al lavoro e faccio una sorta di autoriduzione sul “gettone” percepito che viene erogato per ogni seduta a cui si partecipa nella misura massima di uno al giorno.

In un paio di occasioni non ho partecipato alle sedute delle commissioni alle quali ero stato convocato. Questo perché la convocazione cadeva al di fuori dall’orario previsto: come da Regolamento mi sono fatto sostituire.

Da notare che, a tutt’oggi, non ho mai usufruito di permessi, retribuiti o meno, per le assenze dal lavoro, ben consapevole che ne avrei avuto diritto.

Un grande aiuto lo ricevo dai colleghi, che ringrazio anche in questa occasione, sempre pronti a venire incontro alle mie esigenze; un grazie anche alle mie Segretarie in Comune che mi tengono costantemente aggiornato su quanto avviene nei palazzi comunali. La famiglia soffre un po’ della mia assenza, ma anche da parte di moglie e figli trovo una certa comprensione per quanto sto facendo.

Non partecipo, come forse dovrei e come il mo ruolo richiederebbe, ad una lunga serie di inaugurazioni, premiazioni, incontri, scambi di auguri…, essendo presente solo a quelli che  si tengono in orari non conflittuali con il mio impegno lavorativo. Spero che quanto faccio in ospedale sia una motivazione sufficientemente valida a giustificare la mia assenza.