Presidente del Consiglio Comunale?

Non era nelle mie previsione che mi fosse offerto di venir eletto Presidente del Consiglio Comunale, un ruolo istituzionale più che politico. Però, per dei meccanismi che non sto a raccontare, ho ricevuto questa offerta.

Non è facile, per uno come me, un “barricadero”, immaginarsi in un ruolo istituzionale, giudice imparziale e garante di un lavoro, rappresentante di una istituzione.

Ci ho pensato a lungo, valutando pro e contro; ne ho parlato con amici, colleghi e parenti; ho cercato di prendere in considerazione ogni aspetto. Alla fine ho deciso: mi rendo disponibile per questo incarico.

Cosa cercherei di fare se venerdì 8 luglio 2016 i Consiglieri comunali dovessero eleggermi a “Presidente del Consiglio Comunale di Trieste”?

Innanzitutto la considerazione che il sistema maggioritario vigente in Italia, che premia la coalizione che sostiene il sindaco, aggiunto al fatto che solamente poco più di un cittadino su due si rechi a votare evidenzia una mancanza di rappresentanza. Sarà mio impegno dar voce ed ascolto anche a chi questa voce non riesce a portare all’interno del Palazzo o non riesce a farsi ascoltare in modo efficace. Già lo Statuto comunale prevede alcuni sistemi di partecipazione attiva dei cittadini che, però, non sono mai stati completamente attuati. Chi non siede fra i banchi della maggioranza non deve essere tagliato fuori.

Auspicando poi il rilancio di Trieste non posso negare la preoccupazione che questo venga fatto in modo organico e condiviso: non è pensabile puntare tutto su di un aspetto trascurando altri. Di questo coordinamento cercherò, se eletto, di farmi carico attraverso l’organizzazione del lavoro delle commissioni comunali.

Per me, debuttante assoluto, non sarà facile. Chiedo a tutti aiuto, comprensione e, almeno inizialmente, pazienza. Rimango aperto a critiche costruttive, a suggerimenti in un rapporto che vuole essere innanzitutto di amicizia, alla ricerca del bene comune, per fare di Trieste una città vivibile per tutti e per ciascuno.