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Oggi è apparso un articolo relativo ad una “lite” nel Centrodestra triestino sul prolungamento del servizi di “motosoccorso” che viene svolto occasionalmente da volontari spesso senza la presenza garantita di infermieri, anch’essi volontari.

Nel corso della commissione consiliare citata nell’articolo io, nella mia veste di Consigliere comunale eletto nella lista Dipiazza, ho espresso dei dubbi sulla reale utilità del servizio che viene svolto da volontari in modo non continuativo, ma che trova spesso ampio risalto sui media cittadini.

Ho affermato di non aver trovato della “letteratura scientifica” che dimostri, in una città come Trieste, la reale utilità di questo servizio. Neanche gli operatori del “motosoccorso”, ad una mia precisa domanda, sono stati in grado di fornirmela.

Ho espresso delle perplessità. Ciò non toglie che io ritenga comunque potenzialmente valido questo servizio che dovrebbe permettere anche di fornire, in caso di necessità, una rianimazione cardiopolmonare di base con defibrillazione precoce, cosa che è dimostrato essere necessaria per salvare la vita di chi ha subito un arresto cardiaco. Perplessità raccolte anche da altri consiglieri.

Non ho mancato comunque di segnalare il fatto che, forse, a Trieste il servizio di emergenza “118” possa essere attualmente sotto organico e non ho mancato di segnalare la precarietà in cui devono lavorare gli operatori di questo servizio, nonostante le ripetute assicurazioni da parte dell’Azienda sanitaria di provvedere, quanto prima, ad una riorganizzazione globale con sistemazione anche degli ambienti e delle modalità di lavoro del personale dell’emergenza. Tutte problematiche che non trovano certamente soluzione con la presenza di un volontario che corre per la città a bordo di una moto con la benzina rimborsata dall’Azienda sanitaria per qualche centinaio di euro al mese.

Ho detto qualcosa che possa scatenare una “lite”?

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