Regina Coeli con papa Benedetto XVI
Piazza san Pietro - Roma - 16 maggio 2010
Il
papa non ha perso occasione per richiamare alcuni punti molto
importanti. Si è
rivolto ai giovani cresimati nel corso dell’anno con un
invito valido per tutti
“a
restare fedeli alla Parola di Dio e alla dottrina appresa, come pure ad
accostarsi assiduamente alla Confessione e all’Eucaristia,
consapevoli di
essere stati scelti e costituiti per testimoniare la Verità.”.
Questo
perché “possiamo ascoltare, vedere e
toccare il Signore Gesù nella Chiesa,
specialmente mediante la parola e i sacramenti.”
Perché “Egli rimane
nella trama della storia umana, è vicino a ciascuno di noi e
guida il nostro
cammino cristiano: è compagno dei perseguitati a causa della
fede, è nel cuore
di quanti sono emarginati, è presente in coloro a cui
è negato il diritto alla
vita.”
Il
papa ha coinvolto nell’affetto dimostrato dai presenti verso
la sua persona
anche i sacerdoti “che quotidianamente si prendono
cura di voi, perché,
nell’impegno di rinnovamento spirituale e morale possiamo
sempre meglio servire
la Chiesa, il Popolo di Dio e quanti si rivolgono a noi con fiducia. Il
vero
nemico da temere e da combattere è il peccato, il male
spirituale, che a volte,
purtroppo, contagia anche i membri della Chiesa. Viviamo nel mondo, ma
non
siamo del mondo.”
Dei
sacerdoti ha sottolineato l’impegno a “servire
Dio e l’uomo nel nome di
Cristo”, cosa che, assieme ai laici nelle
parrocchie e nei movimenti,
risponde ai bisogni spirituali e materiali delle persone di ogni parte
del
mondo.
Toccante
la citazione del
poeta, filosofo, matematico e religioso russo, Pavel Florenskij.
“Osservate
più spesso le stelle. Quando avrete un peso
nell’animo, guardate le stelle o
l’azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi
offenderanno, …
intrattenetevi … col cielo. Allora la vostra anima
troverà la quiete”. Ma
il Cielo a cui si riferisce Benedetto XVI è quello
dell’Ascensione, celebrata
lo stesso giorno: “Il Signore, aprendoci la via del
Cielo, ci fa pregustare
già su questa terra la vita divina”.
Per
terminare, il papa,
reduce e ancora provato dal recente pellegrinaggio in Portogallo, oltre
a
ringraziare i presenti ha esortato ancora indicando una
positività possibile: “Proseguiamo
insieme con fiducia questo cammino, e le prove,
che il Signore permette, ci spingano a maggiore radicalità e
coerenza.”
Che senso ha andare fino a Roma per recitare, assieme al papa, il “Regina Coeli” quando lo si può benissimo fare davanti al televisore? Hanno senso ore e ore di viaggio per un qualcosa che si esaurisce in una decina di minuti? Ha bisogno il papa del mio sostegno? Serve al papa la mia presenza in piazza san Pietro? No, al papa tutto ciò non serve. Lui ha già il sostegno dello Spirito Santo. Sono io che ho bisogno della sua guida paterna. Sono io che devo chiedere che il Signore e la Madonna mi concedano di mantenere saldo questo legame. Quello che è in gioco è la mia fede: sono io che devo riconoscere, con l’uso dell’intelligenza e della ragione, che quella persona è l’àncora storica della mia fede.
16 maggio 2010 |
Marco Gabrielli (per "Vita Nuova" settimanale della diocesi di Trieste) |