In occasione della giornata mondiale dell'AIDS


C'è un documentario che racconta un esempio dell'impegno nella cura dell'AIDS in Africa. Si tratta di “Greater – Sconfiggere l’Aids” dell’italiano Emmanuel Exitu che è stato premiato con l’ “Audience Award” al “New York Aids Film Festival” nel dicembre 2007. Ha anche ricevuto un premio dal regista Spike Lee nella sezione dedicata ai “web movie” a margine del Festival di Cannes dello scorso maggio. Di questa pellicola, che non ha trovato un distributore in Italia, ma è visibile gratuitamente sul sito www.babelgum.org, ne ha parlato positivamente persino il quotidiano comunista “Liberazione” che gli ha dedicato un dettagliato articolo sul numero del 19 settembre 2008.

Il documento descrive l'opera di Rose Busigue, fondatrice a Kampala (Uganda) del “Meeting Point International”, un centro per donne sieropositive e bambini abbandonati.

Il titolo è ispirato da una frase che Rose dice ad una paziente: “Il tuo valore è più grande (greater) della tua malattia”.

Nell'intervista a “Liberazione” il regista Emmanuel Exitu (nome d'arte che rende omaggio ad un lavoro di Testori) spiega che il problema dei progetti sull'Aids non riguarda i preservativi o le altre cose di cui si parla spesso. “C'è gente che soffre da morire, perché gli si abbassa il sistema immunitario. Con gli antiretrovirali il sistema sale, loro non sentono più gli effetti della malattia in quanto meno deboli, ma iniziano a sentire gli effetti collaterali delle medicine, a danno soprattutto del fegato, per cui smettono di prenderle. Così il virus si rinforza e diventa quasi impossibile rallentarlo. Con Rose questo non succede (...)”. Nel filmato si vede come Rose fornisca assistenza, impartisca speranza, regali sorrisi, convinca le malate ad assumere le medicine antiretrovirali anche quando le fanno stare male, sostenuta nelle sue azioni dall'organizzazione non governativa AVSI.

Oltre al problema dei costi (la terapia ha un costo proibitivo anche per un europeo) si aggiunge anche un fatto culturale. Se al reperimento dei farmaci ci pensano i governi, le organizzazioni non governative e alcune case farmaceutiche (che talora utilizzano le popolazioni del terzo mondo per sperimentare nuove molecole), è tutto il tessuto fatto di discriminazione e di solitudine cui i malati vanno incontro che deve essere combattuto. La malattia porta spesso all'isolamento, specie se chi manifesta i sintomi sono donne o bambini. E’ difficile spiegare ai pazienti che i farmaci vanno assunti anche quando presentano importanti effetti collaterali.

Quanto sta facendo Rose, come testimoniano anche alcune ex pazienti che ora, guarite dalla malattia, la aiutano nel lavoro del “Meeting Point”, è rivolgere uno sguardo di amore e speranza, mostrare qualcosa che porti la vita nello spirito e nel corpo fatti a pezzi dall’infezione virale.

Era desiderio del regista del documentario raccontare la speranza, non il lieto fine. Una speranza che non sarebbe male importare dall'Africa.

Marco Gabrielli

Trieste, 24 novembre 2008.