Il “Buon padre di famiglia” e Porto vecchio

Dovendo fare degli lavori di ristrutturazione nella propria abitazione chi agisca come un “Buon padre di famiglia” si informa, chiede referenze, vuole vedere alcuni lavori già eseguiti e la loro durata nel tempo, si informa sull’operato e le tempistiche delle imprese, chiede preventivi… Poi decide.

Posso immaginare quale responsabilità abbia chi si trova a dover decidere i lavori di ristrutturazione dei 66 ettari del Porto vecchio con il fronte mare più esteso d’Europa nel quale sono presenti 19 fabbricati che verranno trasformati in marine, alberghi, appartamenti, centri benessere, campi sportivi per la ristrutturazione dei quali sono previsti lavori per il valore di oltre seicento milioni (600.000.000) di euro dalla durata di 9 anni ed una concessione per cinquant’anni

Su lavori di queste proporzioni ovviamente non basta il passaparola. Esistono delle banche dati accessibili dagli operatori del settore che contengono informazioni su chi si propone per eseguire i lavori. I dati disponibili contengono il capitale sociale, il fatturato, il numero dei dipendenti, l’andamento nel tempo, altre notizie quali il rapporto fra fatturato e capitale sociale, i soci, le varie imprese collegate. Forse anche qualcosa sui lavori portati a termine negli anni.

Mi piacerebbe sapere cosa risulti in queste banche dati relativamente ai soggetti che si propongono per la trasformazione di “Porto vecchio” in “Porto vivo”.

Credo che qualsiasi persona che agisca da “Buon padre di famiglia” qualche preoccupazione la possa manifestare, anche in considerazione di alcuni esempi di un recente passato.

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