Uteri in affitto per coppie omosessuali

Come noto il governo francese presieduto da Hollande ha varato un piano che prevede l'instaurazione, entro un anno, dei matrimoni omosessuali con la possibilità di allevare dei figli. Non esprimerò giudizi morali in merito né esprimerò preoccupazioni per quei bambini che potrebbero ritrovarsi con due padri o due madri: mi limiterò a segnalare qualche conseguenza dell'argomento che merita di essere conosciuta.

Qualora la coppia sia formata da due donne e volesse avere un figlio dovrà ricorrere a qualche “banca del seme” per veder realizzato il proprio desiderio o ricorrere a qualche “donatore”. Sarà poi una delle due donne a portare avanti la gravidanza. Questo almeno fino a che l'ingegneria genetica non riuscirà a creare degli embrioni a partire da due ovociti. Mi auguro che anche su quanto appena scritto il lettore abbia una capacità di giudizio e possa capire il disordine morale che ne deriva.

Quando, però la coppia sia formata da due maschi i problemi si complicano: mancano gli ovociti e manca l'utero nel quale far sviluppare il bambino. Dove trovare chi è disposto a “donare” gli ovuli sottoponendosi a cicli di “bombardamento ormonale” nonché al prelievo chirurgico degli stessi? Difficilmente sarà una amica della coppia, ma qualche altra donna che, dietro opportuno compenso, si sottoporrà a questi trattamenti? Analogo discorso poi va fatto per i 9 mesi di gestazione: bisogna trovare una donna disposta ad accogliere l'embrione per farlo crescere fino alla nascita che non necessariamente è la stessa che ha “donato” l'ovulo.

Dove cercare e trovare queste donne? Come è facile verificare facendo una semplice ricerca in internet, vi sono delle organizzazioni che si occupano di tali trattamenti reclutando sia “donatrici di ovuli” che “madri surrogate” da mettere in contatto con chi necessita di queste “prestazioni”. In alcuni paesi europei questa pratica è autorizzata, negli Stati uniti è diventato un vero e proprio business, anche se particolarmente costoso (qualche decina di migliaia di dollari). Dove andare a cercare qualcosa di più economico? A questa domanda indirettamente risponde il sito di bioetica australiano “BioEdge” con un articolo dal titolo: “I matrimoni gay faranno aumentare le maternità surrogate nel terzo mondo?”. Michael Cook, editore della rivista digitale, ha inviato ad una serie di cliniche statunitensi ed indiane specializzate in questo tipo di trattamenti un questionario nel quale si chiedeva se si aspettassero un incremento delle richieste dal momento in cui il matrimonio omosessuale verrà stato approvato anche in Francia. “La risposta è stato un rimbombante si”, afferma l'autore che premette che non si è trattata comunque di una ricerca con pretese scientifiche e che poi prosegue: “ma ciò suggerisce che molte donne in difficoltà nei paesi economicamente disagiati troveranno lavoro con le coppie omosessuali che cercheranno madri surrogate a prezzi economici”.

Fra le risposte del questionario emerge che in India il costo è un quinto circa rispetto a quello richiesto nei paesi occidentali dove è permesso, che numerose coppie gay hanno già preso contatto nell'attesa che le unioni vengano riconosciute negli stati di provenienza e che la maternità surrogata è una redditizia opportunità di lavoro per le donne delle aree rurali dell'India.

Non va anche dimenticato l'aspetto legale. La donazione degli ovuli e la maternità surrogata sono vietate in alcuni paese, Italia compresa, e ai limiti della legalità in altri per la complessità che le accompagna. Anche il riconoscimento dei figli nati da ovuli donati e da uteri affittati pone notevoli difficoltà dal punto di vista del diritto anche in considerazione delle differenti legislazioni nazionali. La cosa triste è che spesso vengono firmati contratti che non prevedono garanzie per le donne che si impegnano a cedere ogni diritto sul bambino ospitato nel proprio utero per 9 mesi e che mettono a rischio la propria vita: la vita di una donna vale poco o niente nei paesi del terzo mondo. Una forma di schiavitù che non siamo abituati a considerare quando sentiamo parlare di figli di coppie omosessuali famose come quella di Elton John.



(Pubblicato su "Vita Nuova" settimanale della Diocesi di Trieste)


 13 luglio 2012 Marco Gabrielli

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