Veronesi e l'amore omosessuale

“L’omosessualità è una scelta consapevole e più evoluta. Quello omosessuale è l’amore puro”. Questo il pensiero espresso dall’oncologo Umberto Veronesi a margine della presentazione dell'incontro “The Future of Science” che si terrà a Venezia il prossimo settembre. “L’amore omosessuale – ha precisato Veronesi – è l’amore più puro. L’amore eterosessuale, invece, è strumentale alla procreazione: io ti amo non perché amo te, ma perché in te ho trovato la persona con cui fare un figlio. L’amore omosessuale no. Un omosessuale dice: amo te perché sei più vicino a me, perché hai un cervello più vicino al mio. Il tuo pensiero, la tua sensibilità, i tuoi sentimenti sono più vicini ai miei”.

La notizia è stata ripresa dalla stampa nell'ambito della polemica attorno alle affermazioni di Virginio Merola, neoeletto sindaco do Bologna per il centro-sinistra. Merola, in linea con il suo programma e con quanto dichiarato in campagna elettorale, aveva ribadito l'intenzione di privilegiare nelle graduatorie comunali le coppie regolarmente sposate: «Perché siamo persone libere, ma nella vita dobbiamo saper mettere insieme anche la responsabilità con la libertà. Se ci assumiamo impegni maggiori verso gli altri credo che sia necessario distinguere». Attualmente le coppie sposate risultano penalizzate rispetto alle coppie di fatto non fosse altro che per il fatto che i redditi si sommano e per le scappatoie (separazioni fittizie) che chi non è legato da vincoli può trovare. Pronta la risposta di chi contrasta la famiglia tradizionale e levata di scudi delle lobby omosessuali, che hanno chiesto ed ottenuto un incontro urgente con il sindaco di Bologna che sembra ora aver fatto un passo indietro sulle sue intenzioni.

Poi l'intervento di Veronesi. Affermazioni non nuovissime per il Veronesi-pensiero che già nel libro “La libertà della vita” (2006) affermava che “bisognerebbe che le persone a 50 o 60 anni sparissero” per lasciar spazio a “piccoli gruppi che si riproducono e si diffondono per clonazione” come ai tempi dell'“androgino-ermafrodita” originario. Idee in linea con una corrente di pensiero scentista che vede il futuro dell'umanità nel controllo eugenetico se non addirittura nella costruzione, mediante ingegneria genetica e l'utilizzo di uteri artificiali, di uomini selezionati che costituiranno l'umanità del futuro.

Per il momento l'ex ministro alla salute, per il quale si ritiene possibile una nomina a senatore a vita, si limita ad elogiare l'amore omosessuale quale l'amore puro perché libero da vincoli procreativi. Un amore senza responsabilità quindi, senza vincoli, di fatto sterile. Ma di che amore parla Veronesi? A quale purezza si riferisce? Ed è proprio il frutto di un amore aperto alla vita fra un uomo o una donna che lo rende impuro perché interessato? Considera il rapporto fra un uomo e una donna esclusivamente in funzione della riproduzione o sa che in un rapporto di coppia c'è dell'altro? Dimentica forse il prof. Veronesi che siamo tutti nati da un rapporto d'amore fra un uomo ed una donna? O forse è proprio questo che vorrebbe evitare, perché il pieno controllo della specie umana sia in mano a degli scienziati che abbiano fatto dell'eugenetica il loro credo? Non sa che esiste anche un amore che non ha niente a che vedere con la sessualità, capace di donare e generare frutti?

Volendo affrontare compiutamente il discorso bisognerebbe parlare anche di peccato originale, di sacramento, di eresia catara e di gnosi, ma non sono questi il luogo e l'occasione più adatti e chi scrive, a differenza di Veronesi, è tanto consapevole dei propri limiti da non avventurarsi a trattare argomenti che non conosce compiutamente...


Marco Gabrielli
(per "Vita Nuova"
settimanale della diocesi di Trieste)

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