"Tu conferma la nostra fede"

Visita di papa Benedetto XVI al Nord - Est d'Italia

7 - 8 maggio 2011

Tu conferma la nostra fede” era il tema della visita Pastorale di papa Benedetto XVI nel Nord-Est. Una fede da confermare, ma già presente nelle terre che appartennero al Patriarcato di Aquileia di cui il papa ha voluto ricordare brevemente la storia nel suo discorso di saluto tenuto nella piazza del Capitolo davanti alla Basilica Patriarcale. Aquileia, “nona città dell'Impero e quarta dell'Italia” nei primi secoli vide arrivare da “Gerusalemme, attraverso la Chiesa di Alessandria”il Lieto Annuncio della salvezza di Cristo” che rese la Comunità cristiana di Aquileia “una Chiesa viva, esemplare, capace di autentico annuncio evangelico” testimoniato con il martirio da tanti testimoni. Con la libertà di culto del IV secolo si formò poi la provincia ecclesiastica metropolitana di Aquileia “a cui Vescovi di Chiese assai lontane offrivano la loro obbedienza, ne accoglievano la professione di fede, si stringevano ad essa nei vincoli indissolubili della comunione ecclesiale, liturgica, disciplinare e perfino architettonica.” Il papa ha citato, fra tutti, san Cromazio che combattè l’eresia ariana con la sua professione di fede in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo. “Tenete sempre vive, con coraggio, la fede e le opere delle vostre origini!” ha voluto affermare il successore di Pietro “Siate nelle vostre Chiese e in seno alla società “quasi beatorum chorus”, come affermava Girolamo del clero di Aquileia, per l’unità della fede, lo studio della Parola, l’amore fraterno, l’armonia gioiosa e pluriforme della testimonianza ecclesiale” ed aggiungendo un “Siate assidui alla “mangiatoia”” ripreso da san Cromazio: “cioè all’altare, dove il nutrimento è Cristo stesso, Pane di vita, forza nelle persecuzioni, alimento che rincuora in ogni sfiducia e debolezza, cibo del coraggio e dell’ardore cristiano”.

La visita è poi proseguita con il discorso del Santo Padre davanti ai rappresentanti delle 15 Diocesi del Triveneto che stanno preparando il Secondo Convegno ecclesiale di Aquileia che si terrà nel 2012. “Questo “convenire ecclesiale” permette a tutte le comunità cristiane, che qui voi rappresentate, di condividere anzitutto l’esperienza originaria del Cristianesimo, quella dell’incontro personale con Gesù, che svela pienamente ad ogni uomo e ad ogni donna il significato e la direzione del cammino nella vita e nella storia” ha affermato il papa, sottolineando poi l’opportunità di tenere ad Aquileia il Convegno, perché da questa Chiesa madre “sono germinate le Chiese del Nord-est dell’Italia, ma anche le Chiese della Slovenia e dell’Austria e alcune Chiese della Croazia e della Baviera e persino dell’Ungheria.” Aggiungendo poi: “Ritornare ad Aquileia significa soprattutto imparare dalla gloriosa Chiesa che vi ha generato come impegnarsi oggi, in un mondo radicalmente cambiato, per una nuova evangelizzazione del vostro territorio e per consegnare alle generazioni future l’eredità preziosa della fede cristiana.” La lettura della situazione in cui vive la Chiesa attualmente fa porre molte domande: “Come annunciare Gesù Cristo, come comunicare il Vangelo e come educare alla fede oggi?” Un suggerimento: “La presenza oggi, in questa splendida Basilica, delle diocesi nate da Aquileia sembra indicare la missione del Nord-est del futuro che si apre anche ai territori circostanti e a quelli che, per diverse ragioni, entrano in contatto con essi.” Il pontefice ha poi analizzato la situazione in cui vivono le comunità la Chiesa del nord-est, comunità che esprimono vivacità: “Ne sono segni evidenti l’apertura alla dimensione trascendente della vita, nonostante il materialismo diffuso; un senso religioso di fondo, condiviso dalla quasi totalità della popolazione; l’attaccamento alle tradizioni religiose; il rinnovamento dei percorsi di iniziazione cristiana; le molteplici espressioni di fede, di carità e di cultura; le manifestazioni della religiosità popolare; il senso della solidarietà e il volontariato”. Una preziosa eredità da custodire, rafforzare e vivere. Ma il papa ha voluto dare delle priorità: “La missione prioritaria che il Signore vi affida oggi, rinnovati dall’incontro personale con Lui, è quella di testimoniare l’amore di Dio per l’uomo.”, cosa che va fatta in favore di persone concrete che san Paolo chiama le parti più deboli del corpo ecclesiale: persone deboli, fragili non autosufficienti, come i poveri, gli anziani. Benedetto XVI considera le realizzazioni che allungano la vita “una bella e innovativa testimonianza della carità evangelica proiettata in dimensione sociale.” Fra le priorità ci sono anche i giovani che guardano al futuro con incertezza e la famiglia “cellula fondamentale della società e della comunità ecclesiale” che va messa al centro dell’attenzione: “questo impegno pastorale è reso più urgente dalla crisi sempre più diffusa della vita coniugale e dal crollo della natalità.”

Papa Ratzinger ha poi messo in guardia dalle nuove sfide che la fede cristiana deve affrontare: “la ricerca spesso esasperata del benessere economico, in una fase di grave crisi economica e finanziaria, il materialismo pratico, il soggettivismo dominante.” La soluzione: “Nella complessità di tali situazioni siete chiamati a promuovere il senso cristiano della vita, mediante l’annuncio esplicito del Vangelo, portato con delicata fierezza e con profonda gioia nei vari ambiti dell’esistenza quotidiana.”

La collocazione geografica porta il nord-est a crocevia fra est ed ovest, ma l’Adriatico proietta il Mediterraneo al centro dell’Europa. A ciò si unisce l’omologazione portata dai mass media e la mobilità sul territorio. “In questo contesto, che in ogni caso è quello che la Provvidenza ci dona, è necessario che i cristiani, sostenuti da una “speranza affidabile”, propongano la bellezza dell’avvenimento di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita, ad ogni uomo e ad ogni donna, in un rapporto franco e sincero con i non praticanti, con i non credenti e con i credenti di altre religioni.” Impegnativo anche l’invito a continuare la tradizione della promozione del “bene comune” raccomandando anche “l’impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico”, motivando tale scelta: “A questo impegno infatti non possono sottrarsi i cristiani, che sono pellegrini verso il Cielo, ma che già vivono quaggiù un anticipo di eternità.”

Domenica il Santo Padre ha celebrato la Messa nel parco san Giuliano di Mestre davanti a circa 300.000 mila persone. Durante l’omelia ha ripreso la lettura del vangelo che trattava dei discepoli di Emmaus riprendendo più volte nel corso del suo intervento l’episodio evangelico. Innanzitutto ha affermato che la conversione cui vanno incontro i due discepoli è una conversione “fonte di gioia, di speranza e di amore” opera di Cristo risorto, Signore della vita. L’episodio dei discepoli di Emmaus è servito anche al papa per descrivere la situazione in cui vive il mondo moderno, immerso nel dubbio, nella tristezza e nella rassegnazione. Anche per i cristiani, che pure vivono in un ambiente costellato di riferimenti a Cristo, può accadere che “l’esperienza di fede in Gesù crocifisso e risorto non illumina il cammino dell’esistenza” con il rischio di non credere più nella potenza e nella presenza viva del Signore: “noi speravamo che il Signore ci liberasse dal male, dal dolore, dalla sofferenza, dalla paura, dall’ingiustizia.” La soluzione proposta dal pontefice: “lasciarsi istruire da Gesù ascoltando la Parola di Dio letta nella luce del Mistero Pasquale, e sedersi a tavola con il Signore nell’Eucarestia.” Come i discepoli di Emmaus anche noi della Chiesa del nord-est, una volta riconosciuto il Signore nello spezzare il pane, dobbiamo partire trasformandoci in testimoni della morte e resurrezione di Cristo, evitando i contraccolpi di una cultura che rifiuta il messaggio evangelico e continuando a difendere i valori della fede cristiana. “Vi incoraggio a non cedere mai alle ricorrenti tentazioni della cultura edonistica ed ai richiami del consumismo materialista.” Ha augurato poi: “Siate santi! Ponete al centro della vostra vita Cristo! Costruite su di Lui l’edificio della vostra esistenza. In Gesù troverete la forza per aprirvi agli altri e per fare di voi stessi, sul suo esempio, un dono per l’intera umanità.”

Avviandosi alla conclusione dell’omelia il papa ha invitato le Chiese generate da Aquileia a rinsaldare l’antica unità spirituale davanti al fenomeno dell’immigrazione con il fine di convergere attorno all’insegnamento evangelico e alla Civiltà dell’Amore. “La fede cristiana può sicuramente contribuire alla concretezza di un tale programma, che interessa l’armonico ed integrale sviluppo dell’uomo e della società in cui egli vive.” La presenza del Santo Padre in queste regioni vuole favorire la solidarietà fra le diocesi del nord-est ed essere un invito al superamento di “quelle divisioni che potrebbero vanificare le concrete aspirazioni alla giustizia e alla pace.”. Benedetto XVI ha poi concluso: “Abbiate fiducia: il Signore risorto cammina con voi, ieri, oggi e sempre.”.

Nel corso del Regina Coeli, recitato alla fine della santa messa, il Santo Padre ha augurato “Il Signore conceda a voi, abitanti di queste Terre ricche di una lunga storia cristiana, di vivere il Vangelo sul modello della Chiesa nascente, nella quale “la moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un’anima sola”, incoraggiando tutti a lavorare in comunione nella vigna del Signore.

Il papa si è recato successivamente a Venezia dove ha avuto modo di parlare all’Assemblea diocesana e al mondo del lavoro. Interventi che non trovano qui lo spazio per essere raccontati. I testi di tutti gli interventi sono comunque disponibili all’indirizzo internet: http://www.ilpapaanordest.it/

Il successore di Pietro, pellegrino nelle terre di san Marco, ha confermato nella fede la Chiesa del nord-est d’Italia ed ha indicato la strada da percorre con molti spunti di lavoro, anche in vista del Secondo Convegno di Aquileia. Ora sta a noi far nostri i chiari suggerimenti lasciati seguendolo nel cammino indicato.



7 maggio 2011
Marco Gabrielli
(per "Vita Nuova"
settimanale della diocesi di Trieste)

Trovate alcune mie fotografie della visita di papa Benedetto XVI ad Aquileia e Venezia (parco san Giuliano) cliccando qui.

Ritorna a "Scritti"