Caroline Aigle

Caroline AigleCi sono delle piccole, grandi notizie, che talora non riescono a superare i confini degli stati e non ricevono l’eco che forse meriterebbero.

Questa riguarda Caroline Aigle.

Nata nel 1974 a Montauban in Francia, figlia di un medico dell’esercito, a 14 anni inizia gli studi in ambiente militare che la portano all’onore delle cronache nel 1999 per essere stata la prima donna francese ad ottenere il brevetto di pilota di caccia (Mirage 2000-5) riuscendo a totalizzare 1600 ore di volo e venendo nominata successivamente capo squadriglia responsabile della sicurezza dei voli. Appassionata di paracadutismo e caduta libera è stata campionessa sportiva vincendo i campionati militari francesi di triatlon nel 1997 ed i campionati mondiali militari di triatlon a squadre nel 1999.

Nel luglio di quest’anno, quando è in attesa del suo secondo figlio, viene a sapere di essere affetta da un tumore ad elevata malignità.

Nonostante il parere contrario dei medici, ha rifiutato i trattamenti proposti e ha deciso di proseguire la gravidanza fino a quando, raggiunti i 5 mesi e mezzo di vita intrauterina, è stato possibile far nascere il figlio. Caroline Aigle è morta un paio di settimane più tardi.

Questa è la notizia, così come è apparsa sui quotidiani francesi, su alcuni quotidiani italiani e come è reperibile in internet.

Purtroppo, le motivazioni profonde di un gesto così non traspaiono dai comunicati dell’esercito francese e dalle cronache. Approfondendo la vicenda emerge sicuramente la vicinanza del marito, anch’egli pilota dell’areonautica militare, che ha raccontato che nella scelta di sua moglie c’è stata l’impossibilità a decidere “sulla vita di un essere che aveva portato in grembo per 5 mesi”, e il riconoscimento che “egli ha il diritto alle sue chances come me”.

Nella predica del funerale, celebrato dall’abate Philippe Demoures, un ex ufficiale pilota di caccia dell'esercito francese ordinato sacerdote nel 1992, viene riferito di come Caroline considerava la vita di suo figlio “sufficientemente importante da far ritardare un trattamento urgente…”, e viene raccontato di come Caroline e il suo futuro marito, concordando le letture per il loro matrimonio, abbiano chiesto espressamente “un testo che apre e spinge all'amore degli altri„ facendo così comprendere al sacerdote che quella celebrazione avrebbe raggiunto il suo scopo, ed avrebbe fatto di loro dei testimoni dell'amore.

Davanti a fatti come questi sono tante le domande che si vorrebbe fare a chi la conosceva, a chi le è stato vicino condividendo la sua vita e l’ultimo periodo della stessa, le motivazioni più profonde delle sue decisioni; capire quale fosse la sua educazione, i suoi valori, la sua consapevolezza…, ma ci si deve accontentare della sua testimonianza. Grazie, comandante Aigle! Grazie Caroline!

Marco Gabrielli

Trieste, 10 settembre 2007.