Un commento sulla legge contro l’omofobia

Oggi, 30 luglio 2013, il giornale di Trieste “Il Piccolo” ha pubblicato un mio “commento” alla legge sull’omofobia che verrà discussa i prossimi giorni alla Camera dei Deputati. Ripropongo qui il testo e l’immagine tratta da pagina 28 del quotidiano. Premetto che questo mio commento apparirà certamente incompleto, e con il limite di affrontare in modo superficiale una lunga serie di tematiche senza approfondirle. Il motivo di questa superficialità è presto detto: mancanza di spazio… Ovviamente rimango disponibile per ogni eventuale chiarimento.

 

Può una legge che si ripropone di eliminare le discriminazioni togliere di fatto la libertà di pensiero? È quello che in molti si chiedono sulla “legge sull’omofobia” presto discussa in Parlamento.

Non so se, ad esempio, in futuro potrò scrivere ciò che sto scrivendo ora. Non so se potrò dichiararmi contrario al matrimonio omosessuale, all’adozione dei bambini o al ricorso alle metodiche di fecondazione assistita di tipo eterologo da parte delle coppie omosessuali. Non so se per violare la legge sarà sufficiente affermare, come fa papa Francesco nell’enciclica “Lumen Fidei”, che la famiglia trova fondamento nella “unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio” e nasce (…) “dall’accettazione della bontà della differenza sessuale”.

Con l’intento di contrastare violenza e discriminazione nei confronti degli omosessuali si corre il rischio di mettere a tacere chi si oppone alla cosiddetta “ideologia del gender”. Si rischia che non si possano più neanche sostenere i principi della famiglia e dell’educazione.

Forse sembrerò troppo tragico, ma le premesse ci sono tutte e ci sono già numerose segnalazioni di casi di persone condannate per aver fatto simili dichiarazioni in paesi europei in cui esistono analoghe leggi.

Una formulazione della legge prevede il carcere per chiunque commetta o istighi a commettere atti di discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere (fino a 18 mesi). Impegnarsi in associazioni o gruppi che promuovano questo tipo di discriminazioni prevede da 6 mesi a 4 anni di reclusione, presiederle da 1 a 6 anni. Ed è pure prevista una sorta di “rieducazione”: fino ad un anno di servizio gratuito presso associazioni che promuovono la causa omosessuale.

Personalmente ritengo che violenza e discriminazione vadano sempre condannate. Per contrastare certi fenomeni, però, ci sono già numerose leggi con le loro aggravanti.

Opporsi al matrimonio omosessuale o impegnarsi affinché non vengano dati in adozione bambini alle coppie formate a persone dello stesso sesso è un atto di discriminazione? Qualcuno potrebbe giudicarlo tale perché tende ad escludere gli omosessuali dalla possibilità di accedere al matrimonio e ai privilegi ad esso connessi. È con l’uso attento della ragione che si capisce la differenza fra una famiglia formata da un uomo ed una donna ed una coppia formata da persone dello stesso sesso. Non si tratta solo di un fatto di fede, non sono cose “da cattolici”: sono la legge naturale, la biologia, la ragione che rendono evidenti certe differenze.

Non voglio toglier nulla alla libertà di ognuno di vivere la propria sessualità come meglio crede, ma ritengo che non sia discriminatorio non riconoscere a tutti gli stessi diritti. Senza certi requisiti nessun diritto particolare.

Non è discriminante volere che tutti i bambini crescano con un padre ed una madre a meno di eventi indipendenti dalla volontà dei genitori. Questo anche perché è dimostrato da un’ampia letteratura scientifica che crescere in una coppia omosessuale presenta maggiori problematiche rispetto crescere in una coppia eterosessuale. E poi, nonostante non sia più evidente, da una coppia omosessuale non nascono figli: i figli di Elton John e “compagno” non sono biologicamente della coppia: uno dei due “genitori” ci ha messo gli spermatozoi, ma l’ovulo è stato “donato”, probabilmente a pagamento, da una donna ed una donna, forse diversa, ha “affittato” il suo utero per l’occasione (nuova forma di sfruttamento). Analoghe considerazioni anche per la figlia della Nannini. Non ci sono e non ci potranno mai essere figli delle coppie omosessuali, ma qualcosa che per tale ci viene spacciato.

Rimango sempre pronto, in buona compagnia, a rischiare il carcere imposto da leggi liberticide, ma sosterrò sempre che l’unico matrimonio è quello fra un uomo ed una donna, che solo a questa unione corrispondono certi diritti, che tutti hanno diritto ad un padre e ad una madre.

Marco Gabrielli

 2013-07-30 Il Piccolo pagina 28

One Response so far.

  1. Adriano ha detto:

    La “rieducazione” ricorda tanto l’Unione Sovietica e paesi satelliti o affini per ideologia disumana e criminale.